sabato 28 dicembre 2013

LA POLITICA SI RIPOSIZIONA MA NON PUO’ ELUDERE IL CONFRONTO


 
 

C’è un gioco di posizionamento nella politica nazionale che vede i partiti politici come i ciclisti che si preparano a disputare la volata cercando le posizioni giuste per evidenziare la loro presenza.
In questa fase non potrebbe essere altrimenti visto che i sommovimenti recenti fra le forze politiche hanno rimescolato il quadro politico complessivo con conseguente riaggregazione di milioni di elettori.
Questo flusso migratorio di elettori, non ancora quantificabile sul piano numerico, non interessa soltanto i partiti all’interno degli schieramenti consolidati, ma anche nel rapporto destra – sinistra ed in ciò che questi schieramenti possono sacrificare sull’altare della contestazione umorale.
I fatti politici più rilevanti di quest’anno che passa si possono riassumere nella scissione del popolo della libertà, nel rimescolamento del centro e nell’ascesa di Renzi nel PD.
Nel centro destra, per la prima volta dopo venti anni, Berlusconi non è più il padrone assoluto delle sorti di questa fascia di elettorato, ma dovrà fare i conti con il nuovo centro destra di Alfano, ma anche con la ricostituzione della destra di tradizione missina.
Qualunque sia la presenza numerica di queste forze politiche esse saranno determinanti per la vittoria o meno di questo schieramento.
Il centro, con Forza civica, i popolari di Mauro e l’UDC di Casini, dovrà dirci cosa vorrà fare da grande e la sua scelta potrà essere determinante per la vittoria o meno di uno degli schieramenti competitivi nel sistema maggioritario.
Il centro sinistra di Renzi, per la prima volta, nella storia del PD, vede il proprio segretario insofferente verso un Governo che è espressione del suo stesso partito.
Ma lo vede molto sul piano dell’ascesa personale di Renzi piuttosto che su quello della proposta che, allo stato attuale se si spoglia del manto parolaio, appare poco incisiva.
Con questo scenario lo stallo politico appare la soluzione più a portata di mano, ma allo stesso tempo, è la soluzione peggiore perché si rischia lo tsunami politico.
Ecco perché la proposta di Alfano di un programma alla tedesca sulle cose da fare appare la più conducente per lasciare una traccia seria di questo Governo risolvendo quello che obiettivamente è possibile risolvere.
I riflettori quindi si spostano sulle future proposte ai problemi e sarà un lavoro serio se tutti usciranno dalla illusione di essere protagonisti nell’elencazione delle sole cose da fare senza assumersi la responsabilità, anche impopolare, del fare.
In questi giorni, che speriamo passino presto, sono tutti nella fase dello studio reciproco affilando le armi per il prossimo confronto.
Dovranno però capire che un fallimento avrà conseguenze catastrofiche sulla politica e sulle istituzioni italiane, mentre una riuscita, anche parziale di questo progetto di accordo programmatico, potrà avere effetti positivi anche sconvolgenti nel sistema politico e delle alleanze.
Questo tema lo tratteremo in un prossimo intervento.
Pippo Bufardeci
28.12. 2013

 

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