Qualsiasi partito è sempre, anche per definizione, una parte
di un sistema rappresentativo più ampio che riguarda milioni di cittadini.
Il 70% trionfante di Renzi bisogna calcolarlo sul totale del
100% degli elettori del partito che lo hanno espresso.
Poiché questi ultimi sono stati meno di 3 milioni, possiamo
affermare, ad abbundanziam, che il fenomeno Renzi rappresenta circa 2 milioni e
100 mila cittadini iscritti al suo partito. Con una proiezione esterna essi
equivalgono ad un effimero partitino che forse non raggiungerebbe il 5% su
scala nazionale per avere una propria rappresentanza in Parlamento.
Per di più il PD, partito
che Renzi dirigerà, non ha una platea elettorale tale da renderlo
protagonista assoluto del destino del Paese, ma si attesta su percentuali che
vanno dal 20 al 30% nella migliore delle ipotesi.
Rimane un 60 - 70 % di italiani che Renzi non può
rappresentare perché non sono con il suo partito.
Quindi siamo in presenza di una minoranza, importante, ma
minoranza, che non deve illudersi di avere partorito il Re d’Italia o l’uomo
della provvidenza perché in una democrazia plurale sono numerosi i soggetti che
hanno titolo a rappresentare spicchi diversi ed articolati della società
italiana.
Quindi riportiamo i fatti alla loro natura originaria che è
quella dello svolgimento di una elezione di un leader di un partito che non è l’unico,
ma concorre, assieme ad altri, a determinare i destini del Paese.
Allora molto ghiaccio sulla testa dell’ “euforismo” per
evitare di suscitare aspettative fuori dalla logica ed è nello stesso interesse
del PD che questo partito non cada nel sistema di Forza Italia con un padre
padrone alla Berlusconi in sedicesima.
Un partito plurale, quale è diventato il PD dopo avere
abiurato il centralismo comunista proletario, produrrebbe effetti traumatici,
sia all’interno che fra gli elettori, se si scoprisse con un centralismo
borghese simile all’odiato berlusconismo predecessore dell’eventuale nuovo
renzismo.
Allora, se non confondiamo Renzi con il nuovo Re d’Italia, ma
lo inquadriamo nella giusta direzione gli faremo anche un favore, sia politico
che personale, perché lo inquadreremmo nel contesto dei soggetti politici che
si vogliono spendere per il bene del Paese confrontandosi con tutti i soggetti
del sistema democratico.
Se Renzi pensa che tutto ciò che ha detto, a proposito ed a
sproposito, per conquistare la piccola platea di elettori che lo ha eletto a
segretario di un partito politico nazionale sia la verità assoluta, sicuramente
si andrà incontro ad ulteriori periodi destabilizzanti del nostro sistema
politico ed istituzionale che è già di per se quasi saturo di destabilizzatori.
Pippo Bufardeci
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