La notizia è di quelle che sono destinate ad incidere nel contesto politico-elettorale della nostra provincia.
L'on. Iano Burgaretta ha lasciato l'UDC per approdare nell' MPA di Raffaele Lombardo assieme ad un cospicuo gruppetto di suoi sostenitori che ricoprono anche incarichi istituzionali in alcuni comuni della provincia di Siracusa.
Dal punto di vista elettorale si tratta di un duro colpo per l'assessore regionale Pippo Gianni che vede la possibilità di un ridimensionamento del proprio partito in termini di voti anche se non avrebbe sicuramente ottenuto voti di preferenza da parte dell'ex deputato avolese in quanto i rapporti fra i due, negli ultimi mesi, erano abbastanza tesi.
A noi non interessano le motivazioni ufficiali o nascoste che hanno generato l'abbandono di Burgaretta del partito di Casini, ma non possiamo non sottovalutare che esse, così come i precedenti abbandoni da parte di altri esponenti del partito centrista, hanno una matrice comune.
Si tratta della gestione padronale di questo partito operata dal segretario provinciale Turi Magro con l'avallo dell'on. Pippo Gianni che tende a privilegiare elementi accondiscendenti piuttosto che aprire il partito ad una realtà plurale di idee e di uomini.
E' questa mancanza di spazio politico che non ha mai permesso la presenza di una classe dirigente ancorata alle tematiche politiche piuttosto che all'appartenenza familiare, amicale e della cerchia ristretta della corte.
Queste motivazioni politiche che hanno portato all'abbandono dell'UDC da parte di molti esponenti provinciali, compresi gli ultimi che sono confluiti nell'MPA di Lombardo, non necessariamente danno un'aureola all'on. Burgaretta per la scelta fatta in quanto egli stesso non ha saputo svolgere un'azione politica seria di contrasto difronte al potere esercitato dal duo Magro- Gianni, ma ha sempre preferito fare il sornione quasi accondiscendente.
Solo quando è stato toccato nel suo feudo elettorale di Avola ha lentamente reagito fino alla decisione dell'abbandono.
Solo dopo le elezioni europee sapremo se Burgaretta avrà prodotto un danno elettorale all'UDC siracusano capace di innestare una riflessione politica seria oppure varrà ancora la logica che il partito può anche perdere in termini elettorali purchè il potere decisionale rimanga sempre nelle mani delle stesse persone.
L'on. Iano Burgaretta ha lasciato l'UDC per approdare nell' MPA di Raffaele Lombardo assieme ad un cospicuo gruppetto di suoi sostenitori che ricoprono anche incarichi istituzionali in alcuni comuni della provincia di Siracusa.
Dal punto di vista elettorale si tratta di un duro colpo per l'assessore regionale Pippo Gianni che vede la possibilità di un ridimensionamento del proprio partito in termini di voti anche se non avrebbe sicuramente ottenuto voti di preferenza da parte dell'ex deputato avolese in quanto i rapporti fra i due, negli ultimi mesi, erano abbastanza tesi.
A noi non interessano le motivazioni ufficiali o nascoste che hanno generato l'abbandono di Burgaretta del partito di Casini, ma non possiamo non sottovalutare che esse, così come i precedenti abbandoni da parte di altri esponenti del partito centrista, hanno una matrice comune.
Si tratta della gestione padronale di questo partito operata dal segretario provinciale Turi Magro con l'avallo dell'on. Pippo Gianni che tende a privilegiare elementi accondiscendenti piuttosto che aprire il partito ad una realtà plurale di idee e di uomini.
E' questa mancanza di spazio politico che non ha mai permesso la presenza di una classe dirigente ancorata alle tematiche politiche piuttosto che all'appartenenza familiare, amicale e della cerchia ristretta della corte.
Queste motivazioni politiche che hanno portato all'abbandono dell'UDC da parte di molti esponenti provinciali, compresi gli ultimi che sono confluiti nell'MPA di Lombardo, non necessariamente danno un'aureola all'on. Burgaretta per la scelta fatta in quanto egli stesso non ha saputo svolgere un'azione politica seria di contrasto difronte al potere esercitato dal duo Magro- Gianni, ma ha sempre preferito fare il sornione quasi accondiscendente.
Solo quando è stato toccato nel suo feudo elettorale di Avola ha lentamente reagito fino alla decisione dell'abbandono.
Solo dopo le elezioni europee sapremo se Burgaretta avrà prodotto un danno elettorale all'UDC siracusano capace di innestare una riflessione politica seria oppure varrà ancora la logica che il partito può anche perdere in termini elettorali purchè il potere decisionale rimanga sempre nelle mani delle stesse persone.
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