sabato 13 marzo 2010

IL SOTTOGOVERNO? AI SOLITI IGNOTI

Alcune poltrone del sottogoverno provinciale hanno il segnaposto appiccicato per chi dovrà occuparle perchè sembra che, sia il comune di Siracusa che la provincia regionale, stiano incominciando a scegliere i nomi ad esse preposti.
Naturalmente si ha l’impressione che anche le nomine seguano un percorso già delineato con la trattativa lunga ed infinita che ha caratterizzato tutto lo scorso anno ed anche alcuni mesi di quello in corso.
Un lungo e snervante lavoro di trincea spesso più simile alle talpe che a responsabili politici ed i cittadini hanno saputo alcuni particolari di questi lavori di spartizione solo nei momenti di litigio fra i partecipanti.
Difatti la stampa è stata usata quale veicolo di informazione non tanto verso i cittadini, ma per mandarsi messaggi cifrati fra le parti o per dichiarare l’insoddisfazione verso un’ipotesi di accordo che avrebbe visto le bisacce dei dissenzienti forse meno piene rispetto ai desideri ed alle esigenze del proprio gruppo o delle proprie aspirazioni personali.
Allo stesso modo alcuni dei nomi che sono stati indicati per ricoprire determinati posti di sottogoverno non hanno una specificità personale di valenza politica o di professionalità accertata per il ruolo che devono svolgere, ma un’anonima presenza ed appartenenza al gruppo politico od all’enturage di qualche commensale al tavolo della spartizione del sottogoverno.
E a quel tavolo oltre a rappresentanti di forze politiche presenti nel territorio vi sono stati personaggi rappresentativi solo di se stessi o di interessi i cui connotati politici risultano troppo labili.
Eppure per molti mesi tutto si è bloccato negli enti pubblici e nei comuni di questa provincia per aspettare che terminasse il rito della spartizione alla quale si è tentato più volte di assoggettare anche la composizione delle giunte comunali e la sopravvivenza delle maggioranze politiche locali.
Dimenticando che gli organismi elettivi devono rispondere agli elettori e non a qualche emiro di turno che si arroga il diritto di minacciare la fine anticipata di un ‘esperienza amministrativa comunale solo perchè non viene soddisfatta qualche propria esigenza di occupazione di una fetta di potere locale.
Naturalmente in tutto questo contesto di accaparramento di posti per se e per i propri amici è mancato il sia pur minimo accenno di progettualità di cui ha urgente bisogno questa nostra provincia.
Non è possibile che le forze politiche impegnino quasi tutto il loro tempo a rincorrere la soddisfazione delle esigenze di potere e dimenticano che esiste un grave problema occupazionale, che l’agricoltura va a rotoli, che il turismo langue, i trasporti pubblici sono da terzo mondo e l’inquinamento la fa da padrone anche fuori dalla zona industriale.
Allo stesso modo, nel momento in cui si nominano presidenti e componenti di consigli di amministrazione preposti alla spazzatura, all’acqua, alla politica edilizia od allo sviluppo, non si è indicata una strategia da seguire per portare a soluzione i problemi drammatici di cui sono portatori questi enti e si è solo pensato allo stipendio od al gettone di presenza.
Non esiste, nella nostra provincia, una strategia ed una progettualità sulla quale si posizionano le forze politiche per rispondere alle istanze dei cittadini e del territorio ed in nome della quale vengono fatte anche le scelte delle persone chiamate a gestire gli enti pubblici che si differenziano enormemente dagli interessi privati.
Ecco perchè riteniamo che la mediocrità regna sovrana nella nostra provincia ove si preferisce la gestione della quotidianità rispetto a quel colpo di schiena necessario per passare dalla politica dell’occupazione del potere a quella della sua gestione strategica.

Pippo Bufardeci

( Articolo pubblicato sul numero in edicola del settimanale " I FATTI " di Siracusa.)

Nessun commento:

Posta un commento