sabato 28 agosto 2010

AEROPORTO DI PACHINIO, UN MURO PER MEMORIA



Durante la seconda guerra mondiale anche Pachino aveva il suo aeroporto e sorgeva nella zona pianeggiante detta Pianetti sulla strada per Ispica.
Vi era allocata una base che comprendeva dei militari, soprattutto riservisti, e pochi aerei veri perchè il resto era di cartone colorato e mimetizzato.
Lo scopo dell'aeropporto, anche se era adatto per eventuali atterraggi di emergenza, non era quello di partecipare attivamente alle operazioni belliche, ma di proteggere il più imporitante aeroporto militare di Comiso.
Era quello che potremmo definire uno specchietto per le allodole.
Difatti, in un periodo di aviazione pioneristica, senza strumenti sofisticati a bordo, il volo avveniva con avvistamento ad occhio umano ed il nemico, non avendo mappe idonee ed aggiornate, poteva facilmente confondere un posto con un altro.
Ecco, l'aeroporto di Pachino, aveva la funzione di far confondere i piloti nemici per cui sarebbe stato eventualmente bombardato senza tante conseguenze al posto del vero aeroporto militarmente importante che era Comiso.
E di bombardamenti sbagliati ve ne furono parecchi.
Aveva anche lo scopo, tutto frutto della propaganda fascista, di dimostrare, ai ricognitori nemici, la potenza militare italiana in quanto oltre agli aerei finti, vi erano anche cannoni, carri armati ed altre bocche di fuoco che non avrebbero spaventato nessuno.
Dopo la guerra rimasero nella zona solamente le mura dell'ampia recinzione che, con il passare degli anni, sono satti tutti demoliti per utilizzare il materiale in molte costruzioni cittadine.
Adesso rimane solo un muro a forma di C greca che, a mio avviso, dovrebbe essere salvaguardato a ricordo storico della presenza di una struttura che, tutto sommato, si inquadrava nella logica della strategia militare del periodo.
Penso che non sarebbe male sottoporre questa idea alle competenti autorità.

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