lunedì 5 ottobre 2009

MENO IPOCRISIA PIU’ FATTI CONCRETI


Le tragedie, come quelle del messinese con tante abitazioni sommerse dal fango, ma sopratutto con tanti cittadini inermi che hanno perso la vita, solleva sempre una grande commozione e mette in moto un profondo senso di solidarietà e di dolore.
Purtroppo, assieme a tutto ciò, mette in moto tutta una serie di corollari fatti di interviste, commenti e dibattiti che servono solo a fare spettacolo ed ove spesso intervengono personaggi che nulla hanno a che vedere con i problemi reali che dovrebbero trattare, ma sono presenti solo per fare passerella o arricchire la pletora delle frasi fatte per portare acqua al proprio mulino.
Spesso si tratta di vergognosa speculazione politica o di tutela di interessi che nulla hanno a che vedere con la tragedia di cui ci si dovrebbe occupare.
Trovo vergognosa speculazione, tranne quella dei cittadini in buona fede o scarsamente informati o facilmente suggestionabili, quella che si sta svolgendo in queste ore relativa alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina.
Io penso che si può essere daccordo o contrari alla sua realizzazione perchè rappresentano posizioni legittime se in buona fede, ma non è accettabile che si crei un dualismo fra opere che non sono alternative fra di loro.
Una cosa è la realizzazione o meno del ponte ed un’altra è la messa in sicurezza del territorio nazionale che necessita tale intervento.
Se confondiamo le due cose allora rischiamo, sopratutto noi meridionali, di cadere nel gioco di chi ha interesse a lasciarci nel sottosviluppo e dirottare i flussi finanziarii in altre parti del territorio nazionale.
Ricordiamo che storicamente quando spettava al Mezzogiorno avere le ferrovie efficienti si diceva che il futuro era sulle autostrade che si costruivano al nord; quando si dovevano fare le autostrade al Sud si diceva che l’alta velocità avrebbe risolto tutti i problemi o le autostrade del mare.
Naturalmente l’alta velocità si faceva al nord ed i corposi finanziamenti per le autostrade del mare erano appannaggio degli armatori del nord.
Vi siete chiesti perchè si parla solo del Ponte, quale opera da sacrificare,e non della dorsale del Brennero, delle autostrade a sei corsie o delle costosissime paratie per l’acqua alta di Venezia tanto per citarne alcuni.
Quindi noi siciliani e meridionali non piangiamoci addosso e chiediamo fortemente i nostri diritti e ciò che ci spetta.
Vogliamo il Ponte sullo stretto di Messina, così come le ferrovie efficienti, il sistema autostradale degno di tale nome, gli aeroporti e gli interventi idrogeologici.
Non vogliamo sacrificare niente perchè non chiediamo elemosina, ma ciò che ci spetta e non ci è stato dato da nessun colore politico.
Quindi basta con l’ipocrisia e facciamo valere le nostre vere ragioni.

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