L'eccessiva concorrenza dei media
Per Corrado Di Pietro, scrittore e saggista, la crisi della lettura è dovuta ai mezzi di comunicazione più pratici
La lettura sembra destinata non più alla massa, ma solo a una cerchia ristretta di persone
Chiara CannuliCorrado Di Pietro, poeta, scrittore, saggista e conferenziere ha condotto numerose ricerche nel campo della cultura siciliana, esplorando i vari momenti di crescita e sviluppo della poesia sicula.
Promotore della cultura, analizza l'aspetto antropologico di quest'ultima, affermando che: «questo è un buon momento per la lettura, nonostante tutto, perché le sollecitazioni culturali sono numerose. La televisione, la radio, i giornali, il cinema e tutti gli altri mezzi di comunicazione possono aiutare a pubblicizzare i libri e, di conseguenza, a promuovere la lettura».
La lettura sembra però destinata non più alla massa, ma solo a una cerchia ristretta di persone che, «educate» sin dalla più tenera età a ciò, continuano, nonostante la crisi economica, ad acquistare libri e leggerli con passione.
«La cultura appartiene a un'«élite intellettuale» - sostiene Di Pietro - che deve educare il popolo, e sviluppare così in esso un gusto rinascimentale per la lettura».
Il libro proposto al bambino di sei anni è un libro di orientamento scolastico, un manuale volto all'apprendimento, che non sarà visto come un piacere, ma come una fatica e dunque non gradito al bambino.
Lo scrittore spiega e affronta così il problema della diffusione dell'interesse per la lettura e la sua mancata presenza.
Di Pietro parla anche di «diseducazione» in generale, riferendosi soprattutto ai giovani che trovano tanto altro interesse in quei mezzi di comunicazione che, anche se a volte d'aiuto, offrono una varietà di notizie che la maggior parte delle persone finisce per preferire a un buon libro.
Colpa dei computer, dunque? Alla domanda «sono i computer che uccidono l'interesse?» il poeta risponde così.
«In parte. E' un mezzo utilissimo perché possiede tutto ciò che soddisfa qualsiasi richiesta e funge anche da archivio; il computer «uccide» nel momento in cui viene meno la voglia, il desiderio, di leggere un buon libro al quale bisogna dedicare indubbiamente più tempo di quanto se ne possa trascorrere su internet, cercando attraverso i siti le notizie, i libri e qualsiasi altro tipo di informazione serva».
13/03/2011
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