Non mi sembra che ciò che va in scena nel teatro della politica regionale sia materia da passare alla storia se non come fase di decadimento e di insensibilità verso i problemi reali della gente di Sicilia.
Non vogliamo schieraci per capire da che parte sta il torto o la ragione o peggio esercitare il diritto di tifoseria per l'uno o l'altro contendente.
Sappaimo che, assieme, contribuiscono al degrado della politica e delle istituzioni regionali che certamente non hanno bisogno di ulteriore conferma di questa loro vecchia peculiarità.
Se agli aspetti politici aggiungiamo le schizofrenie e le antipatie personalidi alcuni attori della politica regionale iniziando dal Presidente della Regione per passare al coordinatore regionale del PDL Castiglione ed allo stesso Miccichè, se ne deduce che mancano gli elementi base del vivere politico che sono la mediazione, la ricerca della convergenza e gli obiettivi strategici dell'interesse collettivo.
Un lusso che la maggioranza di centro destra non si può permettere è quello di riproporre le elezioni anticipate o di vivachaire con le formule più disparate compresi gli ammiccamenti al PD che sono eticamente e politicamnete improponobili. Ciò anche se Lombardo continua ad enfatizzare l'esperiena del milazzismo in Sicilia considerandosi un nuovo Milazzo anche se la nobiltà di quel gesto politico non mi sembra sia stato acclarato dalla storia.
Bisogna che si costringano questi focosi leader politici a trovare soluzioni di vicinanza tali da permettere l'inizio di un lavoro, anche se rattoppato, che possa dare qualche frutto per la nostra regione.
Non mi sembra che esista un problema UDC perchè questo partito si è quasi messo fuori da solo con gli attacchi a testa bassa verso il governo regionale ed i suoi uomini. Poi per avere dato netta la sensazione di ostacolare qualsiasi rinnovamento che possa intaccare i propri centri di potere e perchè la chiamata di aggregazione maggioritaria che gli fanno i cosidetti lealisti della PDL sarà destinata a morire con il concretizzarsi degli interessi di quest'ultimi.
Sullo sfondo della battaglia regionale esistono anche corollari difficili che investono partiti ed istituzioni.
Il partito che maggiormente è attraversato da profonde lacerazioni è il PDL con una grave spaccatura che ha portato alla costituzione del PDL Sicilia promosso dai fedeli di Miccichè e dai finiani regionali.
Non mi sembra che queste due anime del partito possano andare molto lontane da sole per cui stanno battagliando in attesa di disposizioni romane che tardano ad arrivare anche perchè le fibrillazioni fanno capolino anche ai piani alti dove, oltre alle problematiche di governo, esistono quelle interne di aprtito che sfoceranno, quasi inevitabilmante, nella presa d'atto che un grande partito non può non essere articolato anche se deve avere più rigidi criteri che ne garantiscano il distinguo senza sfociare nelle tribù persoanli.
Ma per la situazione siciliana che ha palesato per prima la necessità dell'articolazione il tempo può essere foriero di lacrazioni più profonde che potrebbero impedire le future convergenze per cui i vertici romani non devono perdere molto tempo.I ritardi eliminerebbero anche i margini di coagulo affidati anche all'azione dipolomatica di alcuni deputati, fra cui Titti Bufardeci, che alimentano le speranze di ricucita dello strappo.
Sul piano delle conseguenze istituzionali è logico prevedere che anche negli Enti locali le fibrilalzioni regionali troveranno, come sta avvenendo, terreno fertile per il posizionamento e gli interessi dei singoli a danno di quelli della collettività.
Ciò perchè assistiamo già ad una scarsa funzionalità di questi Enti dovuta anche all'insufficiente azione e preparazione politica di molti componenti le varie giunte che generano malcontento fra i cittadini sopratutto quando, in momenti difficili come quelli che attraversiamo, non vedono alcuna strategia e nessuna prospettiva, ma infinite riunioni per spartizione di sottogoverni vari e migrazioni di uomini in cerca di incarichi e di apapgamento delel aspettative personali.
Bisogna quindi mettere in campo tutti gli sforzi possibili affinchè vengano attutite le azioni gi guerriglia politica e si instauri un minimo di coesione che possa permettere la soluzione di alcuni inderogabili bisogni dei cittadini di Sicilia.
( Questo articolo è stato pubblicato sul settimanale " I FATTI DI SIRACUSA "del 28.11.2009 con il titolo - Bufardeci: assessori scarsi)
Non vogliamo schieraci per capire da che parte sta il torto o la ragione o peggio esercitare il diritto di tifoseria per l'uno o l'altro contendente.
Sappaimo che, assieme, contribuiscono al degrado della politica e delle istituzioni regionali che certamente non hanno bisogno di ulteriore conferma di questa loro vecchia peculiarità.
Se agli aspetti politici aggiungiamo le schizofrenie e le antipatie personalidi alcuni attori della politica regionale iniziando dal Presidente della Regione per passare al coordinatore regionale del PDL Castiglione ed allo stesso Miccichè, se ne deduce che mancano gli elementi base del vivere politico che sono la mediazione, la ricerca della convergenza e gli obiettivi strategici dell'interesse collettivo.
Un lusso che la maggioranza di centro destra non si può permettere è quello di riproporre le elezioni anticipate o di vivachaire con le formule più disparate compresi gli ammiccamenti al PD che sono eticamente e politicamnete improponobili. Ciò anche se Lombardo continua ad enfatizzare l'esperiena del milazzismo in Sicilia considerandosi un nuovo Milazzo anche se la nobiltà di quel gesto politico non mi sembra sia stato acclarato dalla storia.
Bisogna che si costringano questi focosi leader politici a trovare soluzioni di vicinanza tali da permettere l'inizio di un lavoro, anche se rattoppato, che possa dare qualche frutto per la nostra regione.
Non mi sembra che esista un problema UDC perchè questo partito si è quasi messo fuori da solo con gli attacchi a testa bassa verso il governo regionale ed i suoi uomini. Poi per avere dato netta la sensazione di ostacolare qualsiasi rinnovamento che possa intaccare i propri centri di potere e perchè la chiamata di aggregazione maggioritaria che gli fanno i cosidetti lealisti della PDL sarà destinata a morire con il concretizzarsi degli interessi di quest'ultimi.
Sullo sfondo della battaglia regionale esistono anche corollari difficili che investono partiti ed istituzioni.
Il partito che maggiormente è attraversato da profonde lacerazioni è il PDL con una grave spaccatura che ha portato alla costituzione del PDL Sicilia promosso dai fedeli di Miccichè e dai finiani regionali.
Non mi sembra che queste due anime del partito possano andare molto lontane da sole per cui stanno battagliando in attesa di disposizioni romane che tardano ad arrivare anche perchè le fibrillazioni fanno capolino anche ai piani alti dove, oltre alle problematiche di governo, esistono quelle interne di aprtito che sfoceranno, quasi inevitabilmante, nella presa d'atto che un grande partito non può non essere articolato anche se deve avere più rigidi criteri che ne garantiscano il distinguo senza sfociare nelle tribù persoanli.
Ma per la situazione siciliana che ha palesato per prima la necessità dell'articolazione il tempo può essere foriero di lacrazioni più profonde che potrebbero impedire le future convergenze per cui i vertici romani non devono perdere molto tempo.I ritardi eliminerebbero anche i margini di coagulo affidati anche all'azione dipolomatica di alcuni deputati, fra cui Titti Bufardeci, che alimentano le speranze di ricucita dello strappo.
Sul piano delle conseguenze istituzionali è logico prevedere che anche negli Enti locali le fibrilalzioni regionali troveranno, come sta avvenendo, terreno fertile per il posizionamento e gli interessi dei singoli a danno di quelli della collettività.
Ciò perchè assistiamo già ad una scarsa funzionalità di questi Enti dovuta anche all'insufficiente azione e preparazione politica di molti componenti le varie giunte che generano malcontento fra i cittadini sopratutto quando, in momenti difficili come quelli che attraversiamo, non vedono alcuna strategia e nessuna prospettiva, ma infinite riunioni per spartizione di sottogoverni vari e migrazioni di uomini in cerca di incarichi e di apapgamento delel aspettative personali.
Bisogna quindi mettere in campo tutti gli sforzi possibili affinchè vengano attutite le azioni gi guerriglia politica e si instauri un minimo di coesione che possa permettere la soluzione di alcuni inderogabili bisogni dei cittadini di Sicilia.
( Questo articolo è stato pubblicato sul settimanale " I FATTI DI SIRACUSA "del 28.11.2009 con il titolo - Bufardeci: assessori scarsi)
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