E' veramente fuori da ogni logica che a determinare l'utilizzo di un territorio siano dei compartimenti stagno che, non solo non si parlano fra di loro, ma si ostacolano alla grande.
Mi riferisco alla concessione di una autorizzazione concessa dalla locale sezione della capitaneria di porto, ed avallata dall'Assessorato regionale al territorio, di un'attività di rimessaggio e di sosta di imbarcazioni con la messa in posa di un pontile in pieno porticciolo di Marzamemi proprio di fronte alla Balata.
Un vero e proprio scempio del paesaggio ed in barba ad ogni previsione di sviluppo e di salvaguardia di un bene paesaggistico e culturale che appartiene a tutta la collettività e per il quale si è sviluppato un promettente embrione turistico.
E' vero che quel tratto di litorale è di competenza della Capitaneria di porto, ma è altrettanto vero che nessuno vive su Marte.
Perchè non si è cercato di coinvolgere il comune per capire i propri intendimenti di sviluppo e si è preferito agire secondo l'ortodossia interpretativa delle competenze?
E' comunque una decisione di stupro del territorio che non possiamo accettare.
Bene sta facendo il Comune ad opporsi all'inizio dei lavori, ma deve farne un caso eclatante coinvolgendo tutti i soggetti politici ed istituzionali interessati.
Gli interessi di un privato, pur legittimi, non possono annientare quelli della collettività, ma devono trovare giuste risposte in tempi, modi e luoghi adeguati.
Speriamo che la Capitaneria di porto, nel caso sia nelle sue prerogative, possa chiedere la sospensione dell'inizio lavori e una ridiscussione del progetto tenendo come priorità l'interesse primario della collettività facendolo capire anche ai dirigenti dell'assessorato regionale.
Mi riferisco alla concessione di una autorizzazione concessa dalla locale sezione della capitaneria di porto, ed avallata dall'Assessorato regionale al territorio, di un'attività di rimessaggio e di sosta di imbarcazioni con la messa in posa di un pontile in pieno porticciolo di Marzamemi proprio di fronte alla Balata.
Un vero e proprio scempio del paesaggio ed in barba ad ogni previsione di sviluppo e di salvaguardia di un bene paesaggistico e culturale che appartiene a tutta la collettività e per il quale si è sviluppato un promettente embrione turistico.
E' vero che quel tratto di litorale è di competenza della Capitaneria di porto, ma è altrettanto vero che nessuno vive su Marte.
Perchè non si è cercato di coinvolgere il comune per capire i propri intendimenti di sviluppo e si è preferito agire secondo l'ortodossia interpretativa delle competenze?
E' comunque una decisione di stupro del territorio che non possiamo accettare.
Bene sta facendo il Comune ad opporsi all'inizio dei lavori, ma deve farne un caso eclatante coinvolgendo tutti i soggetti politici ed istituzionali interessati.
Gli interessi di un privato, pur legittimi, non possono annientare quelli della collettività, ma devono trovare giuste risposte in tempi, modi e luoghi adeguati.
Speriamo che la Capitaneria di porto, nel caso sia nelle sue prerogative, possa chiedere la sospensione dell'inizio lavori e una ridiscussione del progetto tenendo come priorità l'interesse primario della collettività facendolo capire anche ai dirigenti dell'assessorato regionale.
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