sabato 29 gennaio 2011

BASTA COI SINDACI DI RISULTA

Senza considerare le ragioni politiche o le strategie dei vari partiti, possiamo dire che finalmente l’Assemblea regionale siciliana ha deciso di porre mano alla revisione della legge elettorale regionale riguardante la elezione di comuni e province.

Vi sono delle importanti novità che, a mio avviso, miglioreranno i rapporti fra il sindaco ed il consiglio comunale e forse potranno anche incidere positivamente sulla qualità dell’azione amministrativa.Innanzitutto la opportunità che l’elettore abbia la possibilità reale di potere scegliere sia il sindaco che il consigliere comunale.

Con la normativa attuale basta votare un qualsiasi candidato di una lista collegata al candidato sindaco che il voto va anche automaticamente a quest’ultimo.

E’ vero che l’elettore ha la possibilità del voto disgiunto per cui può scegliere un candidato consigliere di un gruppo ed il candidato sindaco di un altro gruppo, ma difficilmente esercita questa opzione.

Ciò avviene per motivi psicologici perché ha la preoccupazione di sbagliare e rendere nullo il voto anche per il candidato a consigliere comunale alla cui elezione tiene maggiormente, ad un certo mal interpretato senso di appartenenza politica, per apatia o semplicemente perché non sa che esiste questa opzione anche perché i partiti si guardano bene dal propagandarla.

Succede così che, nella maggior parte dei casi, il candidato sindaco o presidente della provincia che riceve i voti in modo automatico da parte dei partiti collegati, viene scelto secondo criteri di spartizione del potere interno che non sempre coincidono con le capacità del singolo a svolgere il ruolo istituzionale per cui viene eletto.

Abbiamo avuto ed abbiamo esempi confermativi anche nella nostra provincia.

Questa nuova modifica che prevede l’obbligatorietà di esprimere, nella stessa scheda, sia la preferenza per il consiglio comunale che per il sindaco, porterà ad una scelta del candidato a primo cittadino di persona che almeno deve essere presentabile all’opinione pubblica ed agli elettori che dovranno sceglierlo direttamente.

Un’altra modifica importante è quella, a mio avviso, che elimina l’incompatibilità fra assessore e consigliere comunale o provinciale.Ho sempre ritenuto assurdo che chi, come i consiglieri, che sono stati votati ed hanno avuto un’investitura popolare per amministrare la città o la provincia, non potessero farlo perché incompatibili con la carica di assessore che è quella che opera le scelte gestionali di un ente.

Ciò soprattutto in considerazione del fatto che i consiglieri, nella maggior parte dei casi, sono coloro che conoscono veramente i problemi del comune o della provincia perché operano giornalmente a contatto con l’ente stesso.

Di contro persone trombate dal consenso popolare o che non hanno alcuna esperienza amministrativa e non conoscono nemmeno la via di ubicazione dell’ente, diventano assessori e veri gestori delle problematiche della comunità provocando spesso più inefficienza e scarsa incisività.

La nuova proposta, prevedendo anche la presenza di soggetti non consiglieri, potrebbe aumentare la qualità degli assessori in quanto gli esterni potrebbero essere scelti veramente in base al reale apporto di conoscenze e di azione propositiva che potrebbero portare all’ente comune o provincia contribuendo anche a diminuire il numero degli esperti che adesso trovano giustificazione anche per la scarsa qualità di molti assessori.

Mi sembra che anche in direzione della stabilità amministrativa queste proposte della nuova legge elettorale vadano nella giusta direzione.Difatti si torna all’origine della normativa per cui i sindaci non possono essere sfiduciati se non dal corpo elettorale che li ha eletti e dopo oltre due anni oppure da una qualificata maggioranza dei due terzi dei consiglieri.

Questa norma assicura maggiore stabilità alle amministrazioni, migliore qualità nella gestione e soprattutto elimina di molto il mercato delle vacche di consiglieri e partiti che cercano di essere determinanti per sfiduciare o non sfiduciare il Sindaco aumentando le richieste di compensazioni che spesso possono anche sforare il limite della legalità.

Sono già piccole ed importanti modifiche che, inserite nell’attuale quadro normativo, porterebbero ad un miglioramento della funzionalità degli enti locali.Naturalmente vi sono anche proposte sul numero delle preferenze, sulle quote rosa nelle giunte o nei consigli che non possiamo affrontare nello spazio riservato ad un articolo.

Allo stesso modo riterremmo utile interventi in merito ai compiti ed alle responsabilità della dirigenza così come ad una diversa funzione dei consigli che dovrebbero avere il ruolo propositivo delle soluzioni e di controllo sull’organo di governo, ma non dovrebbe più approvare il bilancio in quanto strumento finanziario per portare a termine il programma che è di esclusiva responsabilità dell’esecutivo.

Vi sono quindi ancora molti tasselli da discutere per un quadro organico di nuova funzionalità delle amministrazioni comunali e provinciali, ma le proposte elaborate vanno già nella giusta direzione.

Pippo Bufardeci

( Questo articolo è pubblicato sul settimanale " I FATTI DELLA DOMENICA " ed è in edicola a Siracusa e provincia )

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