martedì 14 giugno 2011

Presentazione Libro Pippo Bufardeci

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“La storia siamo noi”

“Se la memoria si fa storia” è il titolo del libro di Pippo Bufardeci presentato a Pachino, sabato 4 giugno 2011, nei saloni della parrocchia di San Corrado. Alla presenza di numerosi amici, che hanno riempito il salone come nelle grandi feste, il poeta Corrado Dipietro, la giornalista Santina Giannone, lo storico Roberto Bruno e l’assistente sociale Assunta Rizza hanno offerto chiavi di lettura sul lavoro svolto da Pippo Bufardeci. Egli, profondo conoscitore della città di Pachino che gli ha dato i natali, come dice Maria Grazia Cascino “ci regala una passeggiata nei ricordi di infanzia, perchè niente vada perduto e perchè il presente deve essere riconoscente al passato che diventa il sentiero attraverso il quale diventare un uomo moderno”. Il circolo culturale “Terra Mitica” che ha contribuito ad organizzare l’evento, dice che si tratta di “un libro libero, che ha categorie totalmente personali, a semplice discrezione dell’autore e legate a una memoria personale che si fa collettiva e diventa patrimonio della comunità locale”. Corrado Dipietro invece comincia il suo intervento riconoscendosi padre putativo dei giovani seduti accanto a lui quella sera, simbolo che la memoria del passato pachinese sta già passando alle nuove generazioni, nel lento scorrere delle pagine, come in un film neorealista. E’ vero infatti, come interviene Santina Giannone che “l’esperienza, strumento primario della conoscenza umana, diventa, nel caso di Pippo Bufardeci, il mezzo privilegiato per riconoscersi come appartenenti ad una storia corale e che, come nel passato ha dato vita all’identità pachinese e al senso di appartenenza dei suoi abitanti, ravviva la speranza di poter anche oggi lavorare per realizzare un futuro migliore”. Roberto Bruno, ricorda che anche lui, come tanti di quelli sera, è cresciuto nell’oratorio di San Corrado agganciandosi così ai ricordi di Pippo nel suo libro. Dice che “se la memoria si fa storia, la storia si fa memoria, giocando con un titolo che intriga il lettore per cui ciascuno potrebbe completare in vari modi, secondo la propria sensibilità ed esperienza. Io infatti continuerei così: se la memoria si fa storia… accade che nel ricordare gli eventi del passato io dia voce alle emozioni condividendole con i lettori. E’ un libro sulla memoria storica degli eventi più importanti di Pachino negli ultimi 50 anni: troverete gli usi e i costumi tipici della festa dell’Assunta, l’emozione dei pachinesi in occasione dell’inaugurazione della stazione ferroviaria, le abitudini per la luminaria di San Giuseppe; leggerete dell’arrivo dei Canosiani e della loro opera sociale, scoprirete come l’avvento della televisione, visto come “u cinima nna scatola” era diventato un grande fattore aggregante delle famiglie di allora; scoprirete che a Pachino c’erano ben tre sale di cinema tutte aperte; potrete ricordare i grembiuli neri degli alunni di un tempo, le usanze po’ zitagghiu o gli eventi politici di allora. Rivivrete la vendemmia con i suoi profumi e quella levatina di prima mattina che faceva diventare la piazza luogo di affari. Ricorderete che anche i funerali erano occasioni di stare insieme e noterete che ora non si usa più mettere la monetina nella bara del defunto. Tra i tanti ricordi di usi, costumi e tradizioni descritti con minuzia e a volte ironia, non troverete però una sola data, perchè non contano le date quando si ricordano le emozioni…. conta il valore intrinseco dell’evento e il significato condiviso dal pachinese di ieri e dal lettore di oggi. Ma la preziosità del libro è data a mio parere da tutti i termini dialettali disseminati tra le pagine. Sono i nomi dei piatti tradizionali, degli arnesi da lavoro, le ‘ngiurie e le espressioni tipiche dialettali. Divertitevi a leggere de: “u ngucciatu, u cuddurumi, u cruscienti, i nichè, u cunsulu, masciddari e purtieddu, cillitte e quartare, pipiu, carrammatti, sparapalliata, iocu fuocu, caputi, filazza, caddozzi, sancieli, frumieri, a-muarri, filinona, scazzuttiata, assuppa viddani, catirniari”. Deliziatevi a ricordare le espressioni tipiche come: “misi no cuntu”, “nun lu sacciu, iu nnà pagghia mi curcu”, pachinisi strazzainzola, “sì ciù lientu ra luci i parafera”, paiativi i debiti….. Tutto questo andrebbe perduto se non fosse ricordato, così come l’identità pachinese e il modo in cui la vita, lentamente scorreva negli anni senza colore nella tv e senza internet. Mi piace concludere citando Corrado Dipietro che nella prefazione del libro dice: “la Pachino di oggi è tutt’altra cosa e di questa nuova città qualcuno, prima o poi, dovrà parlarci”. Questo, infine è il messaggio che tutti i presenti di sabato sera abbiamo ricevuto: ricordiamo e continuiamo a raccontare perchè la storia siamo noi a scriverla, dal basso, semplicemente. Un ringraziamento particolare è dovuto a Fratantonio editore che ha pubblicato il libro per il quale non è stato richiesto un contributo pubblico. Quando qualcuno ha qualcosa da dire, studiare, ricordare è importante trovare qualcuno che investe e rischia sulla cultura locale.

RINGRAZIO ASSUNTA RIZZA PER IL BELL'ARTICOLO PUBBLICATO SUL SITO DEL GIORNALE " L'ECO CITTADINO" RIGUARDANTE LA PRESENTAZIONE DEL MIO LIBRO.

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