venerdì 18 febbraio 2011

LE QUOTE ROSA A RISCHIO ESCORT ?

La campagna di stampa e le varie iniziative messe in cantiere da gruppi che intendono tutelare la figura femminile a seguito dei noti fatti del “dolce divertimento” che ha visto coinvolto il presidente del Consiglio, hanno evidenziato il ruolo delle donne che fanno politica ed il loro reclutamento.

Noi siamo stati sempre convinti che una maggiore presenza delle donne nelle istituzioni non può che essere positiva ed utile.

Ciò non tanto perché bisogna dare un riconoscimento a quanti ritengono che bisogna fare ulteriori passi verso la piena emancipazione femminile, ma perché le donne sono portatrici di istanze, cultura, capacità e conoscenza dei problemi in modo autonomo in quanto soggetti che vivono intensamente le problematiche legate alle comunità in cui operano.

Capaci quindi di dare un contributo originale, serio ed autonomo allo sviluppo ed alla gestione delle istituzioni democratiche.

Ma proprio per questo motivo l’originalità del contributo femminile alla crescita della società non può relegarsi alla tribù indiana che necessita di particolari leggi di riserva per potersi esprimere come presuppone la vigente normativa sulle quote rosa.

Non è possibile che la donna venga considerata una persona politicamente e socialmente diversa che per potere espletare le funzioni pubbliche alla stessa stregua degli uomini debba essere considerata una specie da proteggere in quanto va aiutata come se avesse un deficit personale di capacità.

L’unico modo di valorizzare le intrinseche capacità femminili è quello di mettere le donne nelle condizioni paritarie degli uomini assicurando le stesse condizioni di partenza.

Ho personalmente conosciuto donne capaci di cimentarsi nella difficile vita istituzionale e politica meglio di molti uomini e senza particolari protezioni che ne sviliscono le capacità, le competenze e la loro cultura personale.

La riserva indiana per le donne corre il rischio, come dimostrato da fatti recenti, che si trasformi in un ulteriore avvilimento della donna stessa perché in balia di chi si è eretto a gestore di questa riserva che, nella fase politica, si identifica con chi si è auto assunto il compito di decidere chi deve farne parte e chi no.

Ciò avviene in tutti i partiti perché chi seleziona, non essendo l’imparzialità fatta persona, non sempre può essere portato a valorizzare le capacità personali, ma spesso altri aspetti che possono agevolare le carriere delle escort a discapito delle vere capacità personali della donna.

Alla donna che in teoria si vuole salvaguardare con le quote rosa che assicurano una presenza nelle liste e nelle istituzioni garantita per legge, si da una doppia mortificazione in quanto si mortifica l’atto della scelta perchè spesso si mettono in lista persone che hanno le sole qualità di escort e si umiliano quelle serie e preparate perché si mettono in dubbio le loro capacità.

Ciò soprattutto in un sistema elettorale bloccato dove esistono, in tutti i partiti, pochi grandi elettori che scelgono i rappresentanti del popolo senza consultare il popolo stesso non dando ad esso nemmeno la possibilità di esprimere almeno una preferenza verso il candidato che deve rappresentarlo nelle istituzioni.

Paradossalmente le quote rosa possono trasformarsi, come in grande parte è già successo, in scorciatoia per privilegiare persone culturalmente incapaci, ma molto abili.

Pippo Bufardeci

( Questo articolo è pubblicato sul numero in edicola del settimanale " TIMEOUT " )

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