ROMA (27 dicembre) - Stefania Prestigiacomo all'attacco. Dopo il voto in dissenso dal governo, la fuga in lacrime dall'aula della Camera e l'annuncio dell'addio al Pdl della settimana scorsa, il ministro
dell'Ambiente rompe il silenzio e spara contro il partito di Silvio Berlusconi.
«Quell'episodio grave - racconta Prestigiacomo in un'intervista al Corriere della Sera - è stato in parte chiarito. Con Cicchitto ci siamo spiegati ma certo non mi aspettavo di leggere, sul Giornale una ricostruzione dei fatti alterata e un editoriale offensivo, palesemente ispirato da qualcuno che fa il direttore occulto».
Si riferisce a Daniela Santanchè? «Sì. Un attacco personale, basato su fango. È stato un piccolo replay del trattamento Boffo. Pieno di falsità (...) è grave che un problema serissimo come quello dei rifiuti, della salute, delle ecomafie, sia trasformato in un problema di donne. E giù analisi psico-sociologiche: l'isteria, il ciclo».
«Qui siamo molto oltre il maschilismo, e molto peggio. Le donne in politica non sono una categoria. Ognuna ha la sua storia e le sue competenze. Se Tremonti, Alfano, La Russa hanno un problema, si parla di quello. Se ce l'hanno la Prestigiacomo, la Gelmini, la Carfagna, si parla delle donne, delle loro lacrime, dei loro nervi».
Tornando all'aspetto politico della vicenda, Prestigiacomo sottolinea che Berlusconi «è attento al merito dei problemi. Ed è consapevole sia dell'importanza della questione rifiuti, sia della mia assoluta lealtà nei suoi confronti. Non sono una yes-woman: non dico sempre di sì, dico quel che penso. Ma l'idea che io, dopo sedici anni, possa essere accusata di infedeltà sarebbe ridicola se non fosse mortificante. Non prendo lezioni di fedeltà da nessuno. Sono nata politicamente con Berlusconi, morirò politicamente con Berlusconi».
Prestigiacomo non ha ancora lasciato il Pdl e sta riflettendo se iscriversi o meno al gruppo Misto. «Non ho ancora deciso. Non sono un'irresponsabile. Certo in questo Pdl mi sento sempre più a disagio. Si è creata un'atmosfera da caccia all'untore, quando ormai lo scenario è chiaro: Fini e il suo partito stanno all'opposizione, noi dobbiamo cercare di aprire al centro». «Invece la caccia alle streghe continua. Si fa politica con la bava alla bocca. E una parla con Bocchino, e l'altra parla con quell'altro... Davvero crediamo sia il modo giusto per allargare la maggioranza?».
Cosa chiede a Berlusconi? «Di intervenire nel merito dei problemi. Nel partito, dove i giovani non possono essere sacrificati per sempre, dove non possono essere tre persone a fare e disfare. E nel ministero, che nel 2011 non può lavorare con un taglio al bilancio del 60%». «Sono riuscita a salvare i parchi, che rischiavano la chiusura. Ma per bonificare 53 siti, grandi come una regione italiana, non ho un euro. Come faccio? La logica dei tagli orizzontali è deleteria, soprattutto per un ministero disastrato come quello che ho ereditato da Pecoraro Scanio. Che aveva un viceministro e due sottosegretari. Io - conclude Prestigiacomo - sono rimasta senza il mio unico sottosegretario, Menia. Lavoro 12 ore al giorno. Non merito di essere trattata così».
( Tratto dal giornale " IL MATTINO " di Napoli
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